L’ecomafia costella la mappa geografica dello Stivale con tanti teschi tossici, troppe fiale di veleno diffuse più o meno ovunque: il litorale Domizio flegreo e l’Agro aversano, tra Napoli e Caserta; parchi e aree protette, tra il Gargano e il Vesuvio; il basso Lazio, tra Latina e Frosinone. Zone diverse, settentrionali e meridionali, di una bellezza mozzafiato, dove l’aria, la terra e l’acqua sono portatrici di morte a causa dei reati ambientali.
Il termine ecomafia – dal nome del 1° omonimo rapporto pubblicato nel lontano 1994 da Legambiente, in collaborazione con Eurispes e con l’Arma dei Carabinieri – comprende un vasto elenco di reati con conseguenze nefaste per l’ambiente e per la salute. Dallo smaltimento illecito dei rifiuti agli incendi, dall’abusivismo edilizio ai furti d’acqua, dal maltrattamento alla vendita illegale di animali e piante, senza dimenticare il saccheggio di beni archeologici: la lista dei crimini contro la natura, per mano di mafiosi (ma anche di imprenditori, professionisti, colletti bianchi e faccendieri) è davvero sterminata. Gente senza scrupoli, che commette “reati senza vittime”, nel senso che coloro che subiscono le conseguenze dei crimini ambientali sono difficilmente definiti e dunque individuabili in sede giudiziaria.
I reati ambientali, in media annua in Italia, superano le 33 mila unità (per una media di 4 all’ora).
Le case abusive, costruite sempre in Italia e sempre in 12 mesi, sono più di 25 mila.
I profitti annui medi dell’ecomafia superano i 16 miliardi di euro.
La giurisprudenza in contrasto ai reati in esame è veramente troppo recente: le “disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente” (la legge numero 68 del 22 maggio 2015) hanno introdotto soltanto pochissimi anni fa i reati di inquinamento ambientale; disastro ambientale; traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività; impedimento del controllo e omessa bonifica.
Tra le altre novità previste dalla normativa anche la bonifica dei siti inquinati; il ripristino dello stato dei luoghi; la confisca; le circostanze aggravanti ambientali; la diminuzione di pena per ravvedimento operoso; l’ampliamento dell’articolo 32 del codice penale in materia di pene accessorie; il raddoppio dei termini di prescrizione; le modifiche alla disciplina della responsabilità delle persone giuridiche e l’inasprimento sanzioni in caso di commercio di animali e vegetali in via di estinzione1fonte: Dizionario Enciclopedico delle Mafie in Italia, a cura di Claudio Camarca, AA VV, Castelvecchi Editore, 2013 .
Consolata Maesano