La storia di una ragazza uccisa perché “sapeva troppo”.
Morire a 17 anni.
Venir uccisa, poco più che bambina, con 6 colpi di lupara, di cui uno alla testa.
Venir restituita alla famiglia solo dopo il ritrovamento del cadavere, 48 interminabili ore dopo.
Perdere la vita mentre, con grande umiltà, si sta facendo il proprio lavoro.
Morire per una svista degli altri, perché indirettamente si è visto o saputo troppo. Ottenere giustizia quasi un quarto di secolo dopo.
Graziella Campagna, una giovane messinese, aveva lasciato la scuola. Per dare una mano alla famiglia, composta da 9 persone, ogni giorno faceva la spola tra Saponara Superiore (dove abitava) e Villa Franca Tirrena, dove faceva l’aiuto lavandaia (in nero, per una miseria). La famiglia, quando la corriera arrivò senza di lei la sera del 12 dicembre 1985, lanciò immediatamente l’allarme: Graziella era troppo precisa e seria, non poteva non essere tornata volontariamente. Tuttavia, il caso – all’inizio e fino al ritrovamento del cadavere – viene frettolosamente archiviato come “fuitina”.
La colpa della giovane? L’essersi ritrovata tra le mani una camicia contenente, dentro la tasca, un’agenda piena di “dati delicati”, consegnata da un latitante nascosto sotto falso nome.
1Aveva trovato, in una camicia lasciata nella lavanderia dove lavorava, un documento di un certo “ingegnere Cannata”. In realtà si trattava di Gerlando Alberti junior, nipote di Gerlando Alberti senior, detto “‘u paccarè”, braccio destro di Pippo Calò, latitante che frequentava la lavanderia insieme a Giovanni Sutera, anche lui latitante, che si presentava con il nome di Gianni Lombardo. La scoperta di questa informazione le costerà la vita, anche perché uno dei fratelli di Graziella, Piero, è carabiniere in servizio alla compagnia di Gioia Tauro, e questo spaventa i latitanti, ricercati per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, che da tre anni si erano rifugiati a Villafranca. Per l’omicidio, dopo un lungo processo non privo di colpi di scena, saranno condannati all’ergastolo sia Alberti che Sutera. 2https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2021/03/21/una-scoperta-casuale-pagata-con-la-vitaPalermo09.html?ref=search