Racket: origini storiche
Il termine racket è di origine inglese. Nasce degli States, durante la seconda metà del secolo scorso, con un’accezione inizialmente generica per definire qualsiasi organizzazione criminale che – tramite violenze e minacce – risulti egemone in un mercato economico, illecito e lecito. Nel 1970 entra in vigore negli Stati Uniti il “Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Statute”. Più noto come Rico Act, per eliminare le infiltrazioni della criminalità organizzata e del racket.
Il reato di racket è normato dall’articolo 416 del codice penale. Sono parecchi i nomi per la cassa comune della cosca, contenente i proventi del pizzo: “bacinella“, “pignatuni” o “spartenza“.
Nel 1989, la squadra mobile di Palermo trova il primo libro mastro dell’estorsione, appartenente ai Madonia. Il documento certifica l’applicazione capillare della regola del pizzo a Palermo (con il ricavato di sei miliardi di lire di utili) ed è stato molto utile per decifrare i meccanismi che reggono il racket1Dizionario Enciclopedico delle Mafie in Italia, a cura di Claudio Camarca, AA VV, Castelvecchi Editore, 2013.
Racket: impatto sociale
La paura viene alimentata ad arte, con minacce e profferte di varia natura; il timore di ritorsioni contro la propria persona e i propri cari o nei riguardi degli esercizi commerciali [..]: ne deriva un bisogno di sicurezza che diventa il bene supremo. Nel bilancio a più voci, per lo più illecite, di una famiglia mafiosa, il racket può avere anche un peso residuale. Ma non può essere assente, pena il venir meno del suo peso specifico criminale.
L’obiettivo del racket resta massimizzare i profitti tramite lo sfruttamento parassitario del reddito prodotto da altri: la sua efficacia dipende dalla capacità di essere capillare nella programmazione e di mantenersi silenzioso nell’applicazione. Diffusione e anonimato sono caratteristiche di successo per ogni attività estorsiva. La diffusione su larga scala comporta che tutti gli operatori economici paghino, senza eccezione: anche pagare poco, ma devono pagare tutti. L’anonimato, invece, permette al fenomeno di espandersi indisturbato e garantisce il lento ingresso del virus criminale in mercati di diverso genere, senza che ci sia alcun allarme nelle istituzioni. La riscossione del pizzo è oltremodo utile per le famiglie mafiose. Crea occasioni di contatto tra i suoi emissari e altri ambienti, altrimenti inavvicinabili, che finiscono per entrare a far parte del “capitale sociale” delle mafie, spendibile in altre circostanze2Dizionario Enciclopedico delle Mafie in Italia, a cura di Claudio Camarca, AA VV, Castelvecchi Editore, 2013.
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Imprescindibili, per la conoscenza del fenomeno, i canali istituzionali.
Consolata Maesano