Ilaria Alpi e Natale De Grazia.
Cos’hanno in comune una giornalista romana e un militare reggino?
Più di quanto si possa immaginare.
Entrambi sono vittime dell’ecomafia.
Tutti e due hanno pagato con la vita le loro indagini (giornalistiche nel primo caso, giudiziarie nel secondo) attorno ai crimini contro l’ambiente.
La storia di Ilaria Alpi e Natale De Grazia
Ilaria Alpi, inviata per il Tg3, aveva scoperto un presunto traffico di armi e di rifiuti tossici tra l’Italia e la Somalia. Ilaria Alpi venne assassinata in un agguato nella capitale della Somalia nel 1994.
Natale De Grazia, capitano di fregata, faceva parte del pool della procura di Reggio Calabria che puntava i riflettori sulle navi dei veleni, fondatamente fatte affondare a largo delle coste calabresi con la complicità della ‘ndrangheta. Natale De Grazia venne ucciso da un malore fatale dovuto fondatamente ad avvelenamento nel 1995.
Ilaria Alpi e Natale De Grazia sono accomunati anche dal fatto di aver perso la vita da giovani.
Ilaria Alpi aveva solo 33 anni quando, il 20 marzo del 1994, venne freddata a colpi di kalashnikov assieme all’operatore televisivo Miran Hrovatin, mentre si trovava a bordo di un fuori strada a Mogadiscio, capitale della Somalia.
Una tra le ultimissime cose di cui si occupò Ilaria Alpi fu l’intervista al sultano di Bosaso. La madre della reporter, finchè era in vita, non ha mai smesso di puntare i riflettori su quel lavoro:
Quante volte ha riguardato l’ultima intervista di sua figlia al sultano di Bosaso?
«Centinaia. In Italia sono arrivati 35 minuti di girato, 13 minuti di domande. Ma è stato lo stesso sultano Bogor a dichiarare che quell’intervista, in realtà, era durata più di due ore. Tagliati i nastri, scomparsi anche i taccuini degli appunti…».
In quel lavoro occultato c’è la chiave per capire?
«Io credo di sì. Lo ha detto il sultano stesso: Ilaria cercava conferme. Sapeva del traffico di armi e rifiuti. Voleva andare a vedere la nave della Shifco, donata dalla cooperazione italiana. Di questo si stava occupando quel giorno».
Le ecomafie uccidono
Natale De Grazia aveva solo 38 anni quando, il 13 dicembre del 1995, venne stroncato da un infarto in una stazione di servizio autostradale sulla Salerno – Reggio Calabria, dopo aver pranzato. Si stava dirigendo verso La Spezia, per una missione riservata. Un’ulteriore perizia, che attribuisce la morte di De Grazia ad avvelenamento, arrivò solo nel 2012. Quella di De Grazia fu
…una ricerca della verità indefessa e sottotraccia in cui nulla viene lasciato al caso, ma che subisce una brusca battuta d’arresto nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1995. E che, a un passo dalla svolta, finisce per arenarsi così come decine d’imbarcazioni colate a picco con il loro carico di distruzione, morte e segreti inconfessabili. Relitti che ancora oggi giacciono muti sui fondali troppo profondi dei mari del Sud. O navi fantasma salpate per “chissà dove”.
E che, alla luce delle più recenti ipotesi, appaiono come pezzi di uno scacchiere amplissimo, dai retroscena agghiaccianti. È il mistero delle cosiddette navi “a perdere” o, a voler allargare lo sguardo, “dei veleni”. Perché diversi sono contenuto ed estensione dell’affare, che segnano la sottile linea di demarcazione tra i relitti zeppi di rifiuti tossici affondati nelle acque dello Ionio e del Tirreno negli anni ’80 e ’90 e le imbarcazioni che sarebbero state impiegate per traffici di materiale nucleare a uso bellico, in un vero e proprio intrigo internazionale “radioattivo”.
Punta di diamante del pool guidato dal sostituto procuratore Francesco Neri, che l’aveva voluto in squadra, il capitano di corvetta della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, Natale De Grazia, aveva pazientemente messo in fila i punti di affondamento di diverse di quelle navi e acquisito le coordinate di alcune di esse, come la Rigel. Ne aveva quindi tracciato le possibili rotte e, verosimilmente, la notte in cui morì – a soli 39 anni – era sulla strada per bloccare la partenza di una motonave appartenuta al Kgb, la Latvia, ormeggiata nel “porto delle nebbie” di La Spezia.
Consolata Maesano