La marcia contro la mafia. 30 anni fa 30 mila persone tra le vie di una Reggio imbrattata di sangue…
di CONSOLATA MAESANO –
L’affollatissima marcia contro la mafia, nel lontano 1991, si svolge tra le vie di una Reggio Calabria imbrattata di sangue, con
…giovani in prima fila, spontanei nella protesta, stanchi e un po’ stufi di essere considerati disimpegnati, un po’ sognatori e comunque battaglieri nell’invocare uno Stato più presente, nel chiedere il ripristino di quelle libertà democratiche rubate dalle cosche mafiose. Giovani arrivati da tutta Italia, […] giovani che agitano bandiere di speranza e mostrano striscioni anticosche. Sono loro l’anima della marcia per la pace contro la mafia che domenica si è svolta dal piazzale della Omeca, […] fino a lambire il quartiere Archi, emblema di degrado e di violenza, dove il silenzio della controra ha accolto i circa 30 mila che hanno manifestato sotto il sole di tarda estate. Un’esperienza straordinaria, un segno di civiltà, definisce adesso la marcia il comitato organizzatore, promossa dalle Acli e dall’ Arci, di cui facevano parte ben 17 sigle, associazioni di volontariato laiche e cattoliche, ambientalisti, pacifisti, scouts, organizzazioni sportive (un gruppo di pattinatori in divisa: 40 ragazzi e ragazze di un’associazione di Reggio, hanno pattinato per i 7 chilometri del tragitto portando un grande striscione “Lo sport contro la mafia”), associazioni religiose, chiese e sindacati. Una straordinaria esperienza per la gente di Calabria che ha offerto al paese intero un segnale importante: quello che Reggio, […] e il Mezzogiorno oppressi della presenza mafiosa, hanno voglia di scrollarsi di dosso il fiato dei clan, hanno speranza in un’azione nazionale che riesca a ridare tranquillità e sicurezza alla gente. […]. Reggio infatti ha marciato, i giovani di Reggio stavano accanto ai giovani di tutta Italia, la gente di Reggio faceva ala al passaggio del lunghissimo serpentone variopinto, altre persone stavano sui balconi come a settembre, nelle “feste di Madonna”, a testimoniare una solidarietà con chi stava laggiù per strada. […]1Pantaleone Sergi, “Il corteo attraversa Reggio. L’Italia sfila contro l’altro Stato”, La Repubblica, 08/10/1991
Il 6 ottobre del 1991 oltre 30 mila persone inondano le strade di Reggio Calabria: la marcia della pace, la marcia contro la mafia abbandona la tradizionale location umbra e si sposta nel cuore del Meridione, in una Reggio Calabria in piena seconda guerra di ‘ndrangheta, per un totale di più di 700 morti dal 1985: solo nei primi 22 giorni del 1991 si registra una media di un morto al giorno. La marcia di trent’anni fa scrive una tra le pagine fondamentali della storia della società civile e di quella dell’antindrangheta, con un afflusso record di studenti e cittadini da ogni parte d’Italia. Madri, padri, studenti, scout, politici, giornalisti, cittadini, rappresentanti delle associazioni marciano della città dei bronzi sino al quartiere di Archi, zona calda di quegli anni. Una volta arrivati lì l’aria si fa tesa, ma solo per pochi istanti: il parroco suona a festa le campane, le vedove della faida si uniscono al corteo, la gente apre le porte delle proprie case ai manifestanti, offre loro ristoro e applausi. Per misurare l’impatto della forza della ribellione sociale, un’utile cartina tornasole è rappresentata degli striscioni che sfilano assieme ai manifestanti: uno ricorda che “la mafia ha il volto delle istituzioni”; per un altro “le radici della mafia sono l’ignoranza”. Gli allievi della scuola locale sul loro cartellone scrivono che “la mafia non ci fa crescere, non facciamo crescere la mafia”2Danilo Chirico, “Storia dell’antindrangheta”, Rubbettino editore,, 2021.
Un notevole lavoro di analisi e approfondimento sulla marcia del 6 ottobre 1991 porta la firma dello scrittore reggino Danilo Chirico, nella sua “Storia dell’antindrangheta”, edito da Rubbettino editore.
Buona la prima per lo scrittore Danilo Chirico, che sabato sera sceglie la sede dell’associazione Ponti Pialesi per iniziare a presentare la sua fatica letteraria, “Storia dell’antindragheta”. Un luogo non casuale: la location si trova a circa cento metri dal luogo in cui, nel 1991, la criminalità uccise il giudice campese Antonino Scopelliti. Danilo Chirico, in un botta e risposta col giornalista Claudio Cordova intervallato dall’intenso reading dell’attore Massimo Lo Presti, ripercorre quella barbarie e ampia parte di quelle precedenti e successive. Ma persino da quell’era così buia alle nostre latitudini si è accesa una fiamma di riscatto e ribellione: «In piena guerra di ‘ndrangheta, quando c’era una media di un morto al giorno, ad Archi – un territorio veramente nevralgico per le cronache del tempo – migliaia di persone hanno sfilato per la marcia della pace, il 6 ottobre del 1991. Un evento così importante lascia Assisi e arriva a Reggio: la società civile è esasperata». L’antindrangheta è fatta anche «di personaggi calabresi completamente sconosciuti se non che agli addetti ai lavori, il cui ricordo sembra imprigionato in una fitta damnatio memoriae. Uno tra tutti il capitano Natale De Grazia: era di Gallico, pare che qui nessuno più si ricordi di lui3Consolata Maesano, “Danilo Chirico racconta la storia dell’antindrangheta”, Il Quotidiano del Sud, 28/07/2021».