Archeomafia. Definizione
L’archeomafia, ossia i tentacoli della criminalità sul patrimonio culturale: siti archeologici, chiese, musei, immobili, opere d’arte. Beni dal valore artistico e culturale inestimabile, fonte di profitto criminale. Dopo furti e rapine, seguono infatti le vendite a intermediari, case d’asta, collezionisti. Si tratta, inoltre, di un metodo per riciclare denaro.
Archeomafia. Profili criminali
L’archeomafia ha una struttura gerarchica.
Si parte dal basso, coi tombaroli che si occupano di depredare gli scavi. Al gradino successivo i ricettatori, specie imprenditori con buoni mezzi economici; infine i committenti-ricettatori, con funzioni di referenti delle organizzazioni criminali.
Archeomafia. Dati
Nel 2020 tra aree archeologiche, musei, case d’asta, negozi, fiere e mercati dell’antiquariato, oltre ad abitazioni di collezionisti privati, i controlli delle forze dell’ordine sono stati 11.801, con una media di 32 al giorno, con una crescita, rispetto all’anno precedente, del 32%.
Si registra, per fortuna, un calo dei furti, che passano da 613 a 501 (-18%), così come delle persone denunciate, da 1.730 a 1.424 (-18%) e delle persone arrestate, che vanno da 73 a 29 (-60%).
Diminuiscono anche i sequestri in attività di tutela (-53%), il numero di sanzioni amministrative comminate (-62%) e quello degli oggetti recuperati, che da 905.472 scendono a 515.267 (-43%), tra oggetti d’arte provenienti da furto e opere false.
Gli oltre cinquecentomila oggetti recuperati dal mercato illegale sono, per oltre il 90%, beni librari e archivistici. Più di 7.000 sono monete antiche provenienti da scavi archeologici clandestini e altrettante le sculture complete, che si sono cioè conservate integralmente. Quasi 11.000 i reperti archeologici, tra pezzi interi e frammenti di vasellame e sculture. Oltre 2.200 le opere false, tra dipinti, disegni, sculture e altri oggetti spacciati per antichi1https://www.noecomafia.it/2021/italia/archeomafia/numeri/i-numeri-dellarcheomafia-2020/.
di Consolata Maesano